Dante Alighieri, Paradiso
Villaroel G. (cur.); Davico Bonino G. (cur.); Poma C. (cur.)
Mondadori, Nuovi Oscar Classici, 1989
Pagine 352
L. 12.000/ Euro 6,2
l cuore di questo grande progetto chiamato Commedia era in realtà il Paradiso, in cui rappresentare Beatrice trionfante al centro di tanta felicità e perlarne in termini mai osati da alcuno. Il Paradiso si presenta dunque in forma di elogio femminile. In questo modo permette a Dante di esporre le sue idee religiose. Dalla luna all'empireo, passando tra i pianeti e le stelle il Paradiso è costituito da nove cieli, oltre all'empireo dove siede Dio, ciascuno corrispondente a un grado di felicità.
Il benessere degli eletti si misura dall'intensità della luce, della gioia e dell'amore che li fa volteggiare in un movimento inerziale senza soluzione di continuità.
Il Paradiso è in continuo movimento e il viaggiatore è cosciente del proprio moto soltanto attraverso la crescita della bellezza di Beatrice.
Questo luogo di perfetta felicità è un ambiente umanamente non sostenibile, in quanto pregno di uno stato eccessivo d'emozione, d'energia e di percezione.
Si rende indispensabile la formulazione di una metafora interiore per sopportare la bellezza dell'eletto e lo splendore della musica e della luce. Illustrare il Paradiso corrisponde a oltrepassare l'umano attraverso le parole. Tutto il Paradiso è dunque scandito dalla ammissione dell'impossibilità di descriverlo. Come è noto, vi si incontrano Giustiniano, Carlo Magno, San Bernardo... Tutte le figure più grandi della cristianità sono là per salutare Dante, un potenziale beato. Vi leggiamo l'elogio di San Francesco e di San Domenico, che porta all'implacabile denuncia dei degenerati discepoli di questi; dell'incontro del poeta con il proprio trisavolo, Cacciaguida, (prprio come capitò a Enea d'incontrare il padre Anchise, nell'Eneide di Virgilio) che gli conferma l'anzianità del suo lignaggio e denuncia la decadenza morale e politica di Firenze nella contemporaneità. Dante dovrà passare un triplo esame: davanti a San Pietro sulla fede; davanti a San Giacomo, sulla speranza e, infine, davanti a San Giovanni, sulla carità.
Al termine di questa processione celeste Beatrice scomparirà, per lasciare il posto a San Bernardo, per l'ultima tappa. San Bernardo eleverà una preghiera alla Vergine per Dante, prima che questo immerga gli occhi nella carità divina, nell'ultimo canto del Paradiso, nella raarefazione luminosa più astratta e più pura. «O luce etterna che sola in te sidi». Il poeta non ha più parole per descrivere l'estasi che l'ha rapito. Questi passaggi illustrano il suo impegno e non sono privi di un rapporto con la realtà politica contemporanea (lotte politiche, conflitti dinastici, depolessa e coinvolgimento della Chiesa, l'infruttuoso tentativo di restaurazione del potere imperiale in Italia con Enrico VII di Lussemburgo).
Man mano che la Commedia procede, l'orizzonte politico si allarga: da Firenze, alla Toscana; dalla Toscana all'Italia; dall'Italia all'Europa; dall'Europa alla terra intera. Si può notare che Dante non cita mai il nome della sua famiglia, di suo padre, di sua madre, dei figli, e che la vanità dell'autobiografismo gli resta del tutto estranea. I tratti riservati alla sua persona sono quelli che la rendono altamente rappresentativo dell'umanità intera alla ricerca della felicità in terrra. Il mondo descritto da Dante appare certamente come un mondo sorpassato dal punto di vista del suo contenuto storico e dottrinale, ma si rivela assai attuale per la sostanza morale, per l'angosciante incertezza del futuro anticipatore, per Dante, di un'imminente fine dei tempi per la dimensione pianetaria in cui si dispiega, per il linguaggio poetico di illimitata presa.
Occorre leggere tutta quest'opera nel suo insieme, e non arrestarsi a qualche brano scelto per assaporare lo strazio dell'anima, l'attesa ansiosa di grandi speraanze e di sovrumana allegria.
Il disegno complessivo della Divina Commedia è quello del viaggio di un uomo verso Dio che si conclude con la visione della Trinità. Il messaggio è rivolto a tutti e ed è conforme alla filosofia e alla teologia scolastica del XII e del XIII secolo. Non si tratta di un'opera teologica, anche se il suo autore è un poeta cristiano. Ciò non di meno, Dante è stato il primo a inserire la Chiesa nel contesto evolutivo della società umana e a concepire una storia della Chiesa che comprenda momenti di gloria e periodi di profonda crisi.
La sua critica si spinge al punto di esprimere invettive contro alcuni papi (l'episodio della sua vicenda con Bonifacio VII) e denuncia con forza lo scempio della Chiesa dei primordi. Dante ama Firenze e non ha mai rinnegao la sua appartenenza a una comunità guelfa che aveva cacciato i ghibellini. Tuttavia è convinto che «il buon vivere» nella società e la felicità sulla terra siano altrettanto importanti quanto la felicità eterna, allontanandosi così fortemente dalla tradizione agostiniana dominante nella sua epoca.
Luogo |
Beati |
Apparizione |
Figure |
Canto |
Primo Cielo
(Luna) |
Anime che non compirono i voti
(Intelligenze motrici: Angeli) |
Immagini riflesse in cristalli o in acque |
Piccarda Donati
Costanza |
II
III
IV
V |
Secondo Cielo
(Mercurio) |
Spiriti attivi:
operarono il bene per aver fama
(Intelligenze motrici: Arcangeli) |
Bagliori che danzano e cantano. |
Giustiniano
Romeo di Villanova |
V
VI
VII |
Terzo Cielo
(Venere) |
Spiriti amanti (Intelligenze motrici: Principati) |
Volteggiano cantando. |
Carlo Martello
Cunizza
Folco da Marsiglia
Raab |
VIII
IX |
Quarto Cielo
(Sole) |
Spiriti sapienti
(Intelligenze motrici: Potestà) |
Danzano e cantano in triplice corona. |
San Tommaso
Alberto Magno
Graziano
Pietro Lombardo
Salomone
Dionigi Areopagita
Paolo Orosio
Boezio
Isidoro di Siviglia
Beda
Riccardo da San Vittore
Sigieri
San Bonaventura
Illuminato
Agostino
Ugo da San Vittore
Pietro Mangiadore
Pietro Ispano
Natan
Giovanni Crisostomo
Sant'Anselmo
Donato
Rabano
Gioacchino da Fiore |
X
XI
XII
XIV |
Quinto Cielo
(Marte) |
Spiriti militanti
(Intelligenze motrici: Virtù) |
Gemme danzanti in una croce luminosa. |
Cristo
Cacciaguida
Giosuè
Giuda Maccabeo
Carlomagno
Orlando
Guglielmo d'Orange
Renoardo
Goffredo di Buglione
Roberto il Guiscardo |
XV
XVI
XVII |
Sesto Cielo
(Giove) |
Spiriti giusti
(Intelligenze motrici: Dominazioni) |
Cantano volando in forma di lettere, poi di aquila. |
David
Traiano
Ezechia
Costantino
Guglielmo il Buono
Rifeo |
XVIII
XIX
XX |
Settimo Cielo
(Saturno) |
Spiriti contemplativi
(Intelligenze motrici: Troni) |
Si muovono lungo una scala d'oro. |
San Pier Damiani
San Benedetto
Maccario
Romoaldo |
XXI
XXII |
Ottavo Cielo
(Stelle fisse) |
Spiriti trionfanti
(Intelligenze motrici: Cherubini) |
Luci accese da un sole fulgente. |
Cristo
la Madonna con l'Arcangelo Gabriele
San Pietro
San Giacomo
San Giovanni
Adamo |
XXII
XXIII
XXIV
XXV
XXVI
XXVII |
Nono Cielo
(Primo Mobile) |
Cori angelici
(Intelligenze motrici: Serafini) |
Nove cerchi splendenti che girano attorno a un punto. |
Dio; le gerarchie angeliche. |
XXIX |
Empireo |
|
Rosa mistica |
Dio, la Madonna, Beati
San Bernardo
Eva
Rachele
Beatrice
Sara
Rebecca
Giuditta
Ruth
San Giovanni Battista
San Francesco d'Assisi
San Benedetto
Sant'Agostino
Arcangelo Gabriele
Adamo
San Pietro
San Giovanni
Mosè
Sant'Anna
Santa Lucia |
XXX
XXXI
XXXII
XXXIII |
A cura della Redazione Virtuale
Milano, 12 novembre 2001
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