nata a Brindisi nel 1945, Serena Vitale, è stata allieva di Angelo Maria Ripellino, divenendo una grande conoscitrice della lingua e della letteratura russa e una delle personalità più competenti nel campo. Del suo innamoramento precoce per la letteratura russa scrive: «Nel tempo chiamato controra, mentre gli adulti pagavano uno stupido (così ritenevo) tributo di sonno alla calura, io leggevo. Pensando alle balalaike, ne cercavo i riflessi sonori nei libri russi di mia madre. Capitò Puskin. E poi ci fu il
cursus librorum di tutti gli adolescenti europei, e la controra estiva non bastò più: piansi per il cane Azorka e il suo vecchio padrone, ballai la prima volta con Natasa Rostova e la invidiai per le bambole (a me regalavano libri e mappamondi: mia madre progettava per me un futuro da scienziato), parteggiai spudoratamente per Raskol'nikov [...] odiai il viscido Juduska Goloiev e il Cavaliere Avaro, udii i colpi dell'ascia nel giardino dei ciliegi.» (
Fidanzata della Russia, «Domenica de Il Sole 24 Ore», 26 settembre 2004).
Ha scritto numerosi saggi, curato edizioni e ha tradotto e presentato al pubblico italiano opere di Brodskij, Cvetaeva, Esenin, Mandel'stam, Nabokov, e di altri autori.
Nel settembre del 1985, a Palermo, è tra i vincitori (insieme a Sciascia, Luzi ecc.) dell'11° Premio Internazionale Mondello. L'anno dopo (ottobre 1986) partecipa a Mosca al convegno di scrittori sulla letteratura sovietica in Italia, durante il quale si rende protagonista di un intervento particolarmente polemico, che denuncia lappiattimento della lingua russa e il degrado della sua letteratura.
Nel 1979 pubblica il libro Testimone di un'epoca: conversazioni con Viktor Sklovskij (Roma 1979).
Nel 1995, per leditore Adelphi, pubblica Il Bottone di Puskin, che è stato tradotto in sei lingue. In quest'opera Serena Vitale, attraverso l'esame della corrispondenza del tempo, ricostruisce gli ultimi giorni del poeta a San Pietroburgo, prima del duello nel quale il padre del romanzo russo trovò la morte.
Questo saggio, che quando è apparso è stato accolto dalla critica concorde nell'apprezzare la serietà metodologica unita alla capacità di avvincere abbastanza entusiasticamente, ha vinto parecchi premi letterari: Premio Basilicata, Premio Pen Club Italiano, Premio Giovanni Comisso città di Treviso, Premio Rapallo per la Donna Scrittrice (Premio della Giuria), Premio Viareggio (così si legge nella motivazione, «rigorosamente documentato che ha ritmo narrativo, allusioni e montaggi letterari») ecc.
Nel 2000 scrive la raccolta di racconti La casa di ghiaccio: Venti piccole storie russe, pubblicato dall'editore Mondadori, brevi racconti d'amore, di crudeltà, di fantasia che gettano luce su minuscoli e avvincenti personaggi vissuti in Russia a cavallo tra il Settecento e l'Ottocento. Con questo libro si è aggiudicata il Premio Chiara e il Premio Bagutta.
Milano, 18.10.2002
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