NARRATIVA | POESIA | SAGGISTICA | DOSSIER | INTERVISTE |
DOLOROSAMENTE RIPIEGATO IN UN PESSIMISMO ASSOLUTO NEI CONFRONTI DELLA REALTA' DEGRADATA, PIER PAOLO PASOLINI, CORSARO DALLA DISPERATA VITALITA' |
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SCRIPTORIUM | CONTRIBUTI | RIVISTA |
Pier Paolo Pasolini (1922-1975) |
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Stringe intanto nuove amicizie, in particolar modo con Alberto Moravia, Elsa Morante e con lattrice Laura Betti; e si fa protagonista di varie polemiche politiche e intellettuali. Nonostante la notorietà, tuttavia, Pasolini continua a trascorrere la maggior parte della sua vita «al di là del confine della città, oltre i capolinea». E il mondo del sottoproletariato romano gli ispira, oltre ad alcuni versi contenuti nelle raccolte di poesie Le ceneri di Gramsci (1957) e La religione del mio tempo (1961), un nuovo romanzo Una vita violenta (1959). A partire dal 1960 Pasolini passa dalla letteratura al cinema. Nel giro di pochi anni firma, oltre a varie sceneggiature, la regia di numerosi film, inizialmente di scarso successo, ma che comunque impongono la sua figura sulla scena pubblica, suscitando spesso scandalo e polemica. Nellautunno del 1961 è vittima di una campagna diffamatoria e viene addirittura accusato di rapina a mano armata. La sua fama intanto si diffonde anche sul piano internazionale e le sue opere vengono tradotte in numerose lingue. Ai viaggi con Alberto Moravia in Africa e in India da cui è nato Lodore dellIndia (1962) nel corso degli anni, seguono numerosi altri viaggi in tutto il mondo, soprattutto in Africa e nei Paesi islamici. Lattività cinematografica, inoltre, gli consente di allargare i suoi contatti con gli ambienti più diversi. Stringe amicizia con la grande cantante lirica Maria Callas, protagonista del film Medea, ma in molti suoi film fa recitare anche lamico, il ragazzo di borgata Ninetto Davoli, quel barbaro innocente che per Pasolini incarna il mito della Roma assediata dai barbari, al sud-est della cintura urbana. E di alcuni film Pasolini è interprete egli stesso. Nel contempo, anche negli anni Sessanta, prosegue la sua attività di narratore, di poeta, di saggista e polemista. Nel60 escono Roma 1950, Diario, Sonetto primaverile, Il sogno di una cosa (romanzo scritto tra il 48 e il 49) e Passione e ideologia (raccolta di saggi critici scritti tra il 48 e il 58); mentre nel 64 viene pubblicata la raccolta di poesie Poesia in forma di rosa, cui segue nel65 Alí dagli occhi azzurri (volume che raccoglie una serie di racconti e bozzetti). Nel 1964 grande risonanza ha il suo intervento sulla «questione linguistica»: la tesi da lui espressa nel saggio Nuove questioni linguistiche è criticamente controbattuta da filologi, linguisti, letterati, scrittori e sociologi. Il 1965 segna linizio della sua produzione teatrale. Oltre alla stesura del Manifesto per un nuovo teatro (pubblicato nel 1968 sulla rivista diretta dal 66 con Moravia e Alberto Carocci, «Nuovi Argomenti»), scrive e pubblica con tempi e modalità diverse una serie di sei «tragedie»: Pilade, Affabulazione, Calderón, Orgia, Porcile (legata allomonimo film) e Bestia da stile. I suoi numerosi saggi critici e interventi degli anni Sessanta sulla letteratura, il cinema e la lingua sono raccolti nel volume Empirismo eretico (1972); mentre una scelta di testi della rubrica di corrispondenze con i lettori tenute, da 60 al 65, su «Vie nuove», è contenuta nel volume Le belle bandiere, uscito postumo nel 1977. Nel 1968 suscita scalpore e accese polemiche il suo clamoroso intervento poetico Il Pci ai giovani!!, con cui attacca duramente e amaramente il Pci e difende i poliziotti dorigine proletaria contro gli studenti, figli di borghesi e piccolo-borghesi. Nel 1971 dà alle stampe Trasumanar e organizzar, la raccolta di versi in cui si trovano già parzialmente svolti i temi dei suoi successivi scritti giornalistici. Negli anni successivi, infatti, sintensifica notevolmente la sua attività di critico militante sui giornali e sulle riviste. Sul settimanale «Tempo» tiene dal 68 al 70 la rubrica Il caos, i cui interventi sono stati parzialmente raccolti nel volume postumo Il caos (1979); mentre sempre sullo stesso settimanale dal 72 al 74 curerà una rubrica di critica letteraria, la cui fitta serie di rigorose e nitide recensioni sono state pubblicate anchesse postume in Descrizioni di descrizioni (1979). Il vertice della saggistica provocatoria dell'autore è costituito, però, da due volumi: la raccolta di interventi apparsi su vari giornali dal 73 al 75, Scritti corsari (1975), e Lettere luterane, raccolta uscita postuma nel 1976, ma già progettata con questo titolo dallautore di articoli pubblicati sul «Corriere della Sera» e su «Il Mondo» nel corso del 1975, fino allintervento per il congresso del partito radicale, letto dopo la morte di Pier Paolo Pasolini. In questi scritti, rivelatisi con il trascorrere degli anni profetici, Pasolini, come un «corsaro», eretico, solitario e controcorrente, si fa censore del costume nazionale, scagliandosi contro tutto ciò che sente inautentico. Contro il mondo borghese, il capitalismo e il neocapitalismo, la società di massa e il consumismo, il villaggio globale, la televisione, lomologazione, la rivoluzione antropologica, il Palazzo (6), contro il Sessantotto, laborto, il divorzio, contro lo stalinismo e linvasione dellUngheria Ferocemente e dolorosamente ripiegato in un pessimismo assoluto nei confronti della realtà violentemente degradata, Pier Paolo Pasolini, il corsaro dalla disperata vitalità, muore assassinato in circostanze oscure tra il I° e il 2 novembre 1975. Allalba del 2 novembre viene trovato ucciso in uno spiazzo polveroso, allIdroscalo di Ostia, e per una raccapricciante fatalità, proprio nella periferia suburbana di Ragazzi di vita, di Una vita violenta e di Accattone. Pochi giorni dopo la morte, esce La divina Mimesis, singolare «riscrittura» dellInferno dantesco; dopo di che negli anni seguenti vedono la luce numerosi altri suoi testi inediti, sparsi o incompiuti. Ricordiamo, per quanto riguarda la narrativa, Amado mio. Atti impuri (1983) e Petrolio (1992); per la poesia, Le poesie (antologia, 1975), Poesie e pagine ritrovate (1980), Poesie dimenticate (1980). Per quanto riguarda la saggistica e gli scritti giornalistici, oltre ai volumi già menzionati, sono usciti postumi Il sogno del centauro (1983), Lettere agli amici. 1941-1945 (1976), Lettere 1940-1954 (1986), Volgareloquio (1987), Lettere 1955-1975 (1988), Il portico della morte (1988), I dialoghi (1992), Antologia della lirica pascoliana (1993), Vita attraverso le lettere (1994), Interviste corsare (1995). Le sorprendenti analogie nella vita, nell'opera e nella morte di Pasolini e Caravaggio, vengono trattate nell'articolo Dove l'acqua del Tevero s'insala. Un abbozzo di esposizione del rapporto di Pasolini con i dialetti si trova nell'articolo La so storia a è duta lì, lavorà, preà, patì, murì Nell'articolo L'anima e la carne, nella tensione tutta mortale dei personaggi dei film Il Vangelo secondo Matteo o di Una vita violenta, viene trattato uno dei drammi più violenti delluomo Pasolini. La voracità con cui l'autore si nutre del reale, e ci si getta a capofitto energico e vigoroso come un ragazzo che prende di petto unestate e la vita la vita come una lunga estate viene analizzata nell'articolo L'estate, la sera. Atmosfere, luoghi, tempi in Pier Paolo Pasolini. Nel saggio La filologia politica di Pier Paolo Pasolini, la proposta dello scrittore aggiunge un particolare nuovo al modello lirico italiano: la filologia come capacità di collegare i frammenti per poter indovinare, in mancanza di prove e indizi, i «nomi» dei «colpevoli». (FINE)
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I commenti dei lettori
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